
Correva l’anno 1997, quando decidemmo di andare in ferie a Bermuda (e non chiamatele Bermude perché è sbagliato)!
Tanti conoscono questo arcipelago per quel famoso triangolo, ma se ci andate, vi dimenticate di tutto!

Grazie ad alcuni amici di Londra, le ferie del 97 resteranno per sempre (fino ad ora) le migliori che ho fatto.
A febbraio iniziai la corrispondenza (via e-mail per fortuna) e le prime telefonate per organizzare il viaggio, che mi permise di trascorrere una settimana a Londra e due settimane su questa fantastica isola.

Ricordo che contavo i giorni, partii da oltre 90 e ogni giorno ne cancellavo uno. L’ultima settimana di lavoro smisi di cancellare… ormai era già in ferie, in ufficio invece di camminare fluttuavo a 10 cm da terra e per paura di farmi male facevo le scale a velocità ridotta. Chiara come me non stava nella pelle.
Finalmente arriva Luglio!
LONDRA
Partiti da Verona arrivammo a Getwick in mattinata e con un passaggio di Gustavo (inglese ma con origini italiane) arrivammo a casa sua, precisamente a Twickenham, a pochi passi da Winbledon. Che emozione. Un’accoglienza unica, poche parole ma sempre gentili. Poi conobbi sua moglie Eunice e vedemmo la nostra camera, i nostri letti, il bagno (senza bidet ovviamente) in puro stile inglese.
"Queste sono le chiavi di casa, mi raccomando non fate troppo tardi la sera" mi disse Gustavo in inglese (rimasi a bocca aperta, chi se lo aspettava). Non l’ho mai ringraziato abbastanza.
Il giorno stesso facemmo una bellissima passeggiata lungo il Tamigi e i giorni seguenti i turisti in centro a Londra. Tutto organizzato da me: itinerari, percorsi, visite. Piccadilly Circus, Notting Hill, San Paul, Portobello Road e tantissimi altri sono stati i luoghi visitati… dimenticavo anche Harrods!!! "Cinque giorni con il tempo più bello degli ultimi anni", mi disse Eunice, solo poche gocce di pioggia un pomeriggio.
Che mangiate e che colazioni ci hanno preparato Eunice e Gustavo!
Il sabato successivo partimmo per Bermuda. Sei ore di volo, in compagnia di altri due ragazzini (forse 9-10 anni) nella nostra fila di sedili: assieme a loro eravamo i più giovani di tutto l’aereo. Non è mancata la visita in cabina di pilotaggio!
BERMUDA
Quest’isola è circondata da un bellissima barriera corallina. E’ di forma stretta e lunga e il suo aspetto assomiglia molto alla coda di uno scorpione. Leggermente collinare, tanto che in alcuni punti sembra di visitare i nostri colli Berici, grazie a sali-scendi, curve e anche tornanti!
L’aeroporto è a Est, a metà c’è la capitale Hamilton, il porto e le maggiori attrazioni. A ovest il territorio prosegue con i suoi fari e le sue bellissime spiagge.


Dovete sapere che nonostante l’isola sia piuttosto piccola, sono presenti numerosi golf club, alcuni di prestigio assoluto, così esclusivi che alcuni presidenti degli Stati Uniti li frequentavano senza il bisogno di guardie o sorveglianza!

Il caldo e l’afa impongono un vestiario leggero, ma non dimentichiamoci che siamo in una colonia inglese, quindi "l’etichetta" è d’obbligo.
I pantaloncini corti che noi chiamiamo bermuda prendono il nome proprio da questa isola, perché qui tutti (vedi il vigile in foto), dal direttore di banca al semplice operaio, li indossano! Sembra un look un po’ pacchiano (giacca, cravatta e pantaloncini corti con scarpe eleganti), ma vi assicuro che è un must e se qui in Italia passereste per coatti a Bermuda siete vestiti benissimo.

Generalmente di giorno si indossano con camicia (o T-shirt per i turisti) e calzini corti, alla sera l’abito elegante prevede ovviamente giacca e cravatta (che anch’io avevo in valigia) con pantaloncini corti e calzino lungo blu o nero. Anche le forze dell’ordine sono vestite allo stesso modo.
Ricordatevi che in spiaggia il topless è vietato.

Hamilton è la capitale di quest’isola (qui a fianco la villa del governatore). Quando si pensa ad una capitale si immagina una città grande, caotica, la gente che corre, il traffico. Per alcuni aspetti forse è così, ma è meglio precisare: Hamilton non è poi così grande e in un’ora a piedi si gira tranquillamente. Il traffico c’è, ma per il resto, essendo inglesi, sarete già a conoscenza della loro famosa "flemma", le case invece sono rigorosamente ad uno o due piani, coloratissime e con il tetto bianco periodicamente pulito, dato che l’acqua piovana viene raccolta in serbatoi sotterranei e poi usata per tutte le necessità quotidiane!

Cordialissimi e sempre disponibili sono le persone del luogo. Un’evento che ricordo in particolare mi riporta a quei momenti in cui andavamo a fare la spesa: alla cassa un ragazzo molto educato ci imbustava il cibo, dividendo scrupolosamente in borse diverse il cibo, i detersivi, le bottiglie e i surgelati. La mancia non era obbligatoria, ma lo facevano con tale modo che anche se non gli davi niente un sorriso e un grazie lo ricevevi sempre. Per questi ragazzi era un modo come un altro per guadagnare qualche dollaro durante le vacanze scolastiche estive.

Moltissime le attività a disposizione: dal golf vero e proprio, ai minigolf (dimenticativi i nostri minigolf, nulla a confronto), al bowling, le escursioni in barca (di norma si va a vedere un relitto a pochi metri dal fondo), snorkeling, escursioni ai numerosi forti presenti sull’isola, la capitale, il delfinario, il giardino botanico ecc. ecc.
La parte ovest dell’isola ospita anche un bellissimo e caratteristico centro commerciale con una ventina di negozi, realizzato in quello che era la sede portuale militare (Royal Navy Dockyard).

GIBBS HILL LIGHT HOUSE
In una delle nostre uscite serali decidemmo di andare a visitare il Gibb Hill Light House, un faro che si trova circa a metà isola rivolto verso l’Atlantico. Strada costiera e poi un po’ di salita per arrivare. Imponente, alto e di un bianco candido, ecco il suo aspetto, oltre a una accogliente area sottostante, con panchine, mappe e istruzioni storiche.


Appena arrivati e messo il naso fuori dal portellone dell’aereo un’ondata di caldo e umidità ci ha travolto, un tuffo in piscina sarebbe stato uguale! Un taxi e via a casa di Tonya, in Pagert Lane, il nostro contatto.


In due settimane di vacanza trovammo una ragazza (che lavorava in un hotel) e una famiglia italiana.

Di certo questo semplice articolo non vi ha detto tutto e non avrà di certo soddisfatto tutte le vostre curiosità.
Le mappe riportate sono state prese dal sito www.bermuda.com. Nello stesso sito trovate sicuramente una miriade di informazioni, ma se volete altre info particolari potete contattarmi lasciando un commento.
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